Il suo saggio è dedicato alla villeggiatura tra Sebino e Franciacorta, un insieme di edifici costruiti tra sedicesimo e ventesimo secolo, dove le famiglie aristocratiche e dell’alta borghesia lombarda si recavano per seguire il lavoro nelle loro aziende vitivinicole o per il non meno importante rito della villeggiatura, quando, fino agli anni Sessanta del Novecento, ci si spostava armi e bagagli nelle località di villeggiatura, dove, come nel caso del Sebino, la vita si animava di una società, ora scomparsa, animata da una serie di veri e propri riti come regate e feste da ballo o concerti di pianoforte in villa.