marta_della_buca

Commedia per ragazzi di Vittorio Nichilo, tratta da una leggenda delle Civine di Gussago (Brescia) e rappresentata in diverse occasioni, tra cui il 17 settembre 2012 in occasione dell’Autunno Gussaghese proprio tra le vie di Civine. La storia, in sintesi, racconta di una ragazza realmente esistita in frazione, Marta Antonelli, nata nel 1773, che per amore di Ariboldo, un soldato tedesco, vive una serie di vicissitudini, fino a cadere in una grotta sul monte di Quarone, spelonca che prenderà poi il nome di buca della Marta. La leggenda era già stata ripresa poi nell’Ottocento in un romando rimasto manoscritto di don Giovan Battista Federici, testo dal titolo “Marta della buca”, di vaga ispirazione manzoniana, ritrovato parzialmente dal pronipote Giovanni Federici. Ad interessarsi alla leggenda di Marta fu anche il poeta neoclassico Cesare Arici che, essendo sposato alla gussaghese Savia Rinaldini, visitava spesso il paese. Nel racconto che l’Arici inserì nel poemetto L’origine delle fonti, Marta diventa una pastorella che pascola i suoi armenti sul monte di Camaldoli, località nei pressi di Civine, minacciata da alcuni manigoldi e che si salva per intercessione divina.