Il volume ripercorre in maniera organica, per la prima volta, le vicende dell’oratorio santuario di Santa Maria delle Consolazioni, chiesa che sorge nel cuore di Brescia e dipende dal capitolo del duomo. L’edificio è antichissimo, sono state rinvenute fonti che parlano addirittura dei primi secoli della Cristianità. Nel Medioevo tuttavia la chiesa sembra sia da identificare con la scomparsa San Faustino in castro, ovvero in castello. La nostra chiesa infatti sorge sulle pendici del colle Cidneo, che sovrasta Brescia e culmina con un possente fortilizio. Con il Cinquecento la chiesetta assume l’attuale denominazione, legata al culto di un affresco mariano che venerato su una parete esterna, ad inizio Seicento, viene strappato e portato sull’altar maggiore. Nel 1612 viene fondata la confraternita di Santa Maria delle Consolazioni che, tuttora esistente, e organizza tra aprile e maggio la festa dedicata alla Madonna. Il sacro tempio visse alterne vicende tra Sette ed Ottocento, perché, data la posizione, spesso diventava caposaldo di una serie di barricate, come durante le celebri X giornate. Ad inizio Novecento, nel generale recupero del colle Cidneo, la chiesa fu restaurata dall’ingegner Egidio Dabbeni, uno dei padri della Brescia moderna, con l’intervento dei pittori Vittorio Trainini, Gaetano Cresseri e Ronchi. Questi artisti furono chiamati da Angelo Canossi, poeta bresciano vissuto tra Otto e Novecento, che alle Consolazioni voleva realizzare il tempio della Memoria, in ricordo dei caduti nel Primo conflitto mondiale. In questo periodo, grazie anche al Canossi, la chiesa ebbe estimatori illustri come Gabriele D’Annunzio che inviava gli olivi per la domenica delle palme. Frequentatore assiduo era anche Giovan Battista Montini che alla chiesa rimane legato anche durante gli anni del suo pontificato romano.