Allevare galline in casa: il pollaio “perfetto”
Scelte le galline, il passo successivo è il pollaio. Esiste il pollaio perfetto? No, la gallina è un animale che per sua natura tende al disordine. Ed inoltre i ricoveri per animali, come i giocattoli dei bambini, spesso sono progettati senza pensare alle esigenze reali delle bestiole.
Voi avete ordinato il pollaio dei sogni, magari con colori a pastello, in stile cottage inglese o baitello tirolese, tra quelli che vanno di moda ora, ma i problemi cominciano appena ci vorreste mettete le galline dentro.
Le misure del pollaio ordinato ad esempio: erano in millimetri ma voi non ci avete fatto caso e vi è arrivata una casa per le Barbie, per di più in un materiale lisimbrino per dirla alla bresciana, ovvero scadente e senza reti adeguate, diventando il minimarket di tutte le donnole, ratti, volpi e faine della zona; dovrete prendere atto di non avere un pollaio ma una metafora alla sublime inutilità.
Come fare? Seguitemi in questo post lunghetto ma frutto di anni di esperienze/delusioni/illuminazioni a posteriori.
Partiamo dunque da un progetto che pensi alle esigenze dei nostri animali e agli obiettivi del nostro allevamento. Se avete una buona manualità mettetevi alla prova altrimenti potete ordinare un pollaio nei pratici kit o farne realizzare uno su misura. Ci sono poi anche soluzioni creative come un amico che ha modificato in un pollaio un container da un cantiere muratori adibito in precedenza a uso ufficio.
Materiali: il legno è il più comodo ma ben piallato perché tende a diventare il rifugio di acari, pidocchietti che se prolificano sono in grado letteralmente di dissanguare e uccidere le galline. Consigliato il materiale sintetico anche se ha lo svantaggio di essere poco flessibile ai cambi di temperatura.
Le priorità per una gallina, come mi ha insegnato l’esperienza, ce le può dire lei stessa se la osserviamo in natura: è felice quando si appollaia su un albero, con spazi adeguati, lontana da predatori e magari a meno dieci gradi ma non all’umido; cerca un posto tranquillo dove deporre le uova e una buca di sabbia o terriccio secco dove svoltolarsi per eliminare i pidocchietti e i parassiti.
Il nostro pollaio dovrà essere quindi con sufficienti finestre/ finestrelle d’areazione ma difese da reti antipredatore, senza spifferi, solido, sollevato da terra per evitare umidità e che al di sotto scavino gallerie i ratti e con alcuni diciamo necessari complementi d’arredo.
Dovrà avere un fondo sfoderabile o comunque pulibile. Nel pollaio ideale ci si dovrebbe entrare in piedi ma se non si può, ricordatevi che deve essere apribile in ogni suo punto per le periodiche pulizie: la stalla diceva mio nonno, un grande allevatore, deve essere pulita come il piatto in cui si mangia. Ricovero spazioso, illuminato e pulito: animale sano.
Quanto sarà grande il pollaio? Sono tante le variabili. Ad esempio: le galline ci dormiranno soltanto o ci rimarranno tutto il giorno o per buona parte di esso? Di che taglia sono? E vorrete tenerci solo pollastre ovaiole o magari anche una chioccia e pulcini? Se vogliamo anche la chioccia o comprare altri capi conviene pensare anche o ad un altro pollaio o ad una divisione interna del nostro ricovero: ho visto ancora galline uccidere pulcini non loro o galletti nani massacrare galli giganti non ambientati adeguatamente. E poi un pollaietto/spazio di riserva serve sempre come infermeria/locale quarantena.
Un metro quadro è la misura ottimale per ricoverare tre quattro galline di taglia media e poi bisogna contare un dieci metri quadri a testa per il pascolo. Un sovraffollamento del pollaio è la fonte prima di umidità e malattie respiratorie, mentre poco spazio per il pascolo è la garanzia di ridurre un giardino in una landa desolata fangosa con la pioggia, arida col sole.
Se vogliamo salvaguardare il giardino poi e/o non possiamo sorvegliare le galline tutto il giorno è il caso di pensare anche ad una “corsa” o parchetto o una voliera in cui mettere la casetta delle nostre bestiole, con almeno un paio di metri quadri per animale. Ovviamente rete interrata o addirittura che passa sotto tutta la nostra voliera per evitare predatori e ghiaietto per impedire che ad ogni pioggia gli animali si inzaccherino e sporchino le uova al momento della deposizione.
Nel pollaio poi separate lo spazio nidi, ne basta uno ogni tre quattro galline: che sia una zona tranquilla dato che la gallina ogni volta che depone un uovo pensa ad un pulcino e quindi ha bisogno di calma.
I posatoi sono fondamentali, perché i polli amano riposare sollevati da terra: tenete conto che per quattro cinque galline basta un metro lineare. Anche il posatoio realizzatelo con cura, smontabile per la pulizia dai parassiti e in modo che l’animale possa stringere bene le zampe senza anchilosarsi. Da evitare, per difficoltà della pulizia ed inutili lotte, quelle scale del pollaio rese celebri dal famoso paragone di Eduardo De Filippo con la vita umana.
Che altro? La buca o un contenitore in cui le galline possano fare il bagno con cenere di legna/sabbia/ terra secca, fondamentale per eliminare partre dei parassiti che le affliggono.
E poi una buona mangiatoia che limiti le già naturali lotte per l’ordine di beccata: vendono mangiatoie antispreco che si attivano solo se l’animale sale su un’apposita pedaliera. Volendo anche una rastrelliera per le verdure ed evitare che gli animali mangino cibo insozzato.
Non dimentichiamoci l’abbeveratoio: l’ideale sarebbe ad acqua corrente ma se si cambia l’acqua tutti i giorni andrà bene uguale, aggiungendo di tanto in tanto dell’aceto di mele che è un ottimo disinfettante.
Quindi il pollaio ideale esiste? No o forse si. Quello che per me, dopo quello che si siamo detti, più si avvicina alla perferzione è quello realizzato dagli Amish, popolazione statunitense che vive come nell’Ottocento: andate a vedere su internet e se avete una buona manualità o potete investire un piccolo capitale potrebbe essere la risposta migliore possibile, per quel che mi riguarda, dopo anni di allevamento.
Accidenti! Dopo tanto vagare trovo questo sito e questo elenco sintetico e ben fatto di consigli “piedi per terra”. La ringrazio signor Nichilo.